lunedì 12 agosto 2013

Il Branco

Regia: Marco Risi
Sceneggiatura: Marco Risi, Andrea Carraro tratta dal suo romanzo
Produttori: Mario e Vittorio Cecchi Gori
Interpreti: Giampiero Lisarelli, Ricky Memphis, Luca Zingaretti, Giorgio Tirabassi, Tamara Simunovic
Anno: 1994
Nazionalità: Italia
Durata: 85 min. ca

Un gruppo di ragazzotti sbandati e annoiati della periferia di Roma decide di sequestrare due giovani autostoppiste tedesche per poi organizzarne e consumarne lo stupro collettivo, stupro che porta alla tragica morte di una delle due  povere sventurate.


Quando da ragazzino vidi questo film rimasi scioccato, ricordo bene che stetti male per più di un giorno perchè il termine "pugno nello stomaco" è adattissimo per questa ottima pellicola del talentuoso Marco Risi inoltre se si pensa che il tutto si ispira ad un fatto di cronaca il senso di disagio non può che crescere inesorabile, ma questo è un film che va assolutamente visto.
La messa in scena è ottima, Risi compie dei virtuosisimi con la cinepresa che oggi come oggi ce li sognamo nel cinema italiano, il cast è perfetto, i givanotti coatti e spietati sono rappresentati benissimo, tra di loro spiccano attori che oggi hanno raggiunto una certa fama tra tutti, Luca Zingaretti (il capo branco), Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis, quest'ultimo che oggi siamo abituati a vedere sempre in ruoli dolci e buffi, in questo film interpreta, ottimamente, il membro più spietato del branco.
La cosa che colpisce di più in questo film è il fatto che per la prima volta la vicenda è vista e narrata dagli occhi dei carnefici e non delle vittime e questo lascia nello spettatore un profondo senso di disagio perchè se in altri film aventi per tema "lo stupro" la vicenda era raccontata dal punto di vista della vittima, e quindi il tutto pur sempre tristissimo era in qualche modo filtrato o comunque più "buonista" sta volta niente viene ammorbidito per farci dormire sonni tranquilli, sta volta noi, gli spettatori, siamo "il branco" vediamo e viviamo la vicenda con gli occhi degli aguzzini e ci rendiamo conto di quanto la cattiveria umana non abbia limiti dato che per questi ragazzi, la pietà, l'empatia e la moralità sono concetti alieni, per loro è un passatempo, un modo per trascorrere una serata tra amici e le due ragazze altro non sono che pezzi di carne da deflagrare e umiliare ed infine anche uccidere.
E' per queste ragioni, che all'epoca il film venne accusato (ingiustamente) di essere un film che simpatizzava per i delinquenti protagonisti, niente di più falso, come detto la storia è vista attraverso i loro occhi, ma mai, nemmeno per un momento si riesce a provare un minimo di simpatia per questi ragazzi, anzi, tutto quello che si prova nei loro confronti è solo rabbia, odio e disgusto.
Il film gioca molto sulle dinamiche del branco appunto, di quanto sia importante il senso di appartenenza per i membri di questa cerchia di animali, tanto da far venir fuori in loro il lato peggiore, anche il protagonista che sembra avere un minimo di pietà (è l'unico assieme ad un altro che non abusa delle ragazze) poi tira fuori l'idea di far violentare le ragazze da quasi tutto il paese col solo intento di "alzare qualche soldo".
Un'altra cosa che colpisce di questo film, è che la violenza è messa fuori campo, noi non vediamo mai lo stupro (tranne una brevissima scena), ma lo sentiamo, la cinepresa è ferma davanti alla baracca e da quest'ultima fuoriescono le grida disperate delle ragazze e le risate feroci e sadiche dei giovani criminali ed è questo che più sconvolge, non vediamo quello che succede, ma lo immaginiamo e questo, forse ci fa stare ancora più male.
Una scene esemplificativa è quella dell'inizio della violenza, quando la ragazza è a terra supplicante verso i suoi aguzzini e la cinepresa gira lentamente inquandrando in primo piano le facce dei ragazzi che guardano, senza alcuna pietà, quella che sarà la loro vittima.
Indubbiamente questo è un film che disturba, un film che non ha pietà ne un minimo senso di redenzione, il male e la ferocia padroneggiano senza rimorso, quindi una parte di pubblico preferisce fuggire davanti a questo film, ma io consiglio di armarsi di coraggio e vederlo, perchè è importante per capire i tempi in cui viviamo (il film è del 1994, ma le cose non sono poi tanto cambiate oggi) e per vedersi una vera e propria lezione di cinema di un autore forse troppo spesso sottovalutato.

9 commenti:

  1. disturbante..allucinante.....visto solo una volta..e poi mai più....... :(

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    1. eh eh immagino, è un film che colpisce profondamente lo spettatore.

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  2. ci stavo pensando proprio stamattina, appena sveglio!

    ricordo il prologo alla radio, specchio di un italia cinica e razzista. Spietato.

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    1. già i titoli di testa sono devastanti, e da quello che sono non sono inventati per il film, ma è un pezzo che Risi ha preso dal programma Radio Radicale.

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  3. Quando il film fu presentato alla mostra di Venezia, credo fosse in concorso, Uma Thurman, che era una giurata, ebbe un malore durante la visione del film. O almeno la leggenda metropolitana o presunta tale, dice così. Comunque pellicola ben poco accomodante.

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  4. bella recensione.
    Su questa non ho davvero nulla da aggiungere.

    Sicuramente è uno dei film più validi degli anni '90 (per quanto concerne il made in Italy, si intende). Ahimè il cinema italiano da una trentina d'anni a questa parte offre veramente poco..
    Ancora ti ringrazio per avermelo consigliato :)

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  5. dello stesso regista anche "365 all'alba" non è male

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    1. si questo è un grande film, un pugno nello stomaco, ma cmq è molto bello.

      Di Risi 365 all'alba mi manca, ma in compenso è molto bello Fortapasch e anche il recente Cha Cha Cha non è da buttare

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