lunedì 24 febbraio 2014

Addio Egon

Giuro, ho le lacrime agli occhi, è morto uno dei miti della mia infanzia, il mitico Harold Raims, ovvero il grande Egon dei Ghostbusters e regista di divertenti commedie come "Terapia e Pallottole" e il suo sequel "Un boss sotto stress".

L'attore è morto ieri a Chicago a 69 anni a causa di una vascolite autoimmune di cui soffriva da 4 anni.

Cioè ma che cazzo, tutti i grandi se ne vanno, prima Philip Seymour Hoffman, ora Egon e intanto dei nostri politici non ne crepa manco uno.....


Addio Egon, vivrai per sempre in quei due capolavori che sono i Ghostbusters.







venerdì 21 febbraio 2014

12 anni schiavo

Titolo Originale: 12 Years as slave
Regia: Steve McQueen
Sceneggiatura: John Ridley basata sulla biografia di Solomon Northup
Produttori: Dede Gardner, Anthony Katagas, Brad Pitt, Jeremy Kleiner, Steve McQueen, Arnon Milchan, Bill Polhad
Interpreti: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Brad Pitt, Paul Dano, Sarah Paulson, Lupita Nyong'o, Benedtic Cumberbatch
Anno: 2013
Nazionalità: USA, Regno Unito
Durata: 134 min. ca

Stati Uniti 1841: Solomon Northup è un talentuoso violinista di colore che vive una vita tranquilla con la sua famiglia a New York; un giorno viene attirato, con l'inganno, in una trappola e viene rapito e venduto come schiavo. Per lo sventurato uomo inizierà una terribile odissea fatta di torture, lavori forzati, umiliazioni e altre indicibili violenze sia fisiche che psicologiche.


Era dai tempi di "Schindler's List" che un film non mi sconvolgeva e mi turbava in tale maniera, ve lo giuro, sono uscito dalla sala, non dico con gli occhi lucidi, ma poco ci mancava e lo dico io che solitamente ho lo stomaco di ferro e reggo qualunque visione, ma questo bellissimo film di Steve McQueen (regista da tenere assolutamente d'occhio perchè ha talento da vendere) mi ha veramente devastato.
Vedere questo film è un esperienza davvero scioccante, il dolore e la rabbia che si provano durante la visione, sono indicibili, alcune scene ti restano dentro, ancora ho in testa e nelle mie orecchie le grida di dolore, terrore e disperazione della ragazzina che viene quasi frustata a morte e sono certo che chiunque, quando vedrà il film, avrà quelle grida in testa per un bel pezzo.
La cosa più pesante del film è che veramente non c'è tregua, ogni scena è estrema, ogni situazione è brutale e spietata, McQueen non concede un minimo di relax allo spettatore e colpisce duro, sempre, in continuazione senza pietà, proprio come i terribili schiavisti che si vedono nel film e così la disperazione di Solomon e degli altri schiavi, è la disperazione di tutti noi.
Tutta la terribile vicenda viene narrata in maniera impeccabile dal bravo regista inglese che si avvale di un cast che definire superlativo è un eufemismo, Chiwetel Ejiofor è straordinario, la sua performance è vera, sentita e non può non commuovere e lo stesso vale per la giovane esordiente Lupita Nyong'o che sebbene alla sua prima prova come attrice dimostra di possedere già un grande talento, ma su tutti quello che domina è un perfido, viscido e spietato Michael Fassbender ancora una volta superlativo oltre ogni limite e ormai, attore feticcio di McQueen, il suo Edwin Epps è veramente un concentrato di depravazione, follia e crudeltà che disturba e disgusta chi guarda e l'attore è bravissimo nel trasmettere quel senso di vuoto di assoluta apatia verso il dolore che provoca agli schiavi, ma anzi è palpabile il suo divertimento nell'infliggere dolore, un personaggio che rappresenta tutta la follia e la cattiveria dell'animo umano.
Bisogna essere chiari, prima di vedere un film così tocca rifletterci bene perchè non è una bella esperienza, o meglio lo è dal punto di vista cinematografico dato che stiamo parlando di un grande film, ma dal punto di vista emotivo, beh è davvero un film che può scioccare e far star male, io ci sono stato male fino all'ultimo.
Quindi, in conclusione mi sento si di consigliarlo, ma anche no proprio perchè appunto si esce dalla visione veramente a pezzi, io stesso posso affermare che ne sono uscito sconfitto come essere umano, perchè pensare che dei miei simili possano fare cose di questo tipo ad altri loro simili veramente non lo riesco a mandare giù, ma sono uscito felice come cinefilo perchè, come ho detto, siamo davanti ad un grande ed importante film.
Un applauso quindi a McQueen e a tutto il cast

mercoledì 12 febbraio 2014

Un lupo mannaro americano a Londra

Titolo Originale: An american werewolf in London
Regia: John Landis
Sceneggiatura: John Landis
Produttore: George Folsey Jr.
Interpreti: David Naughton, Griffin Dunne, Jenny Agutter, Brian Glover, John Woodvine, Frank Oz
Anno: 1981
Nazionalità: USA, Regno Unito
Durata: 97 min. ca

Due studenti americani sono in vacanza nella brughiera londinese, una notte i due vengono assaliti da un mostruoso lupo mannaro il quale uccide uno dei due sventurati e ferisce l'altro.
Scampato alla morte, il ragazzo ferito inizierà pian piano a cambiare fino ad arrivare alla prima notte di luna piena a quel punto lui stesso si trasfomerà in un gigantesco licantropo e inizierà a mietere vittime per le strade di Londra.
 
 
Questo film per me è molto importante, non solo perchè è un capolavoro del cinema horror, ma perchè questo è il mio primo film horror.
Eh si, questo è il primo film, l'inizio di tutto, questo è il film che ha fatto nascere la mia infinita e malata (lo ammetto) passione per il cinema del terrore infatti avevo sei anni quando lo vidi, in prima serata, senza tagli, su rai 2 e se si considera che parliamo di un film che da noi è vm 18, che ha diverse scene di sangue e sesso viene lecito domandarsi come mai quasi trent'anni fa non c'era la censura televisiva di oggi, mah lasciamo perdere che è meglio, qui si torna indietro invece di andare avanti.
Come dicevo ero un bimbetto, bimbetto che rimase assolutamente affascinato da questo film e che da quel giorno iniziò a coltivare la sua ossessione per questo tipo di cinema.
Fatta questa doverosa premessa veniamo al film: un cult, senza alcun dubbio, un film perfetto in tutto, dalle atmosfere colme di humor nero, orchestrato alla grande dal mitico John  Landis, regista assai sottovalutato, dalle scene di estrema violenza, perchè di violenza ce ne è a pacchi, quando il mostro è in azione fa dannatamente male, Landis non risparmia nulla e vediamo quindi poveri cristi venrie dilaniati senza pietà dalla furia della creatura, vediamo arti mozzati, teste e budella che saltano ovunque e per un film del 1981 non è poco.
Ma dove il film raggiunge il massimo, la sua vetta ancora oggi ineguagliata è la scena della trasformazione, a dir poco superaltiva, mai in nessun altro werewolf movie si è vista una cosa del genere, una trasformazione lenta, dolorosissima, colma di un pathos quasi insopportabile, una trasformazione che la mette nel culo a tutti gli attuali film di licantropi dove il tizio si trasforma nel giro di 2 secondi, senza alcun dolore e ovviamente tutto in digitale, qui invece vediamo le carni deformarsi, le ossa spezzarsi e leggiamo il terrore e il dolore nel volto del protagonista che fotogramma dopo fotogramma perde la sua umanità e diventa un mostro spaventoso e anche quì il film è inarrivabile, il make up del lupo è il massimo, non un povero sfigato con la camicetta strappata e qualche pelo, ma un mostro quadrupede dal folto pelo grigio, dalle zanne lunghe, affilate e sporche di sangue e dallo sguardo raggelante di pura ferocia.
Insomma credo che ogni buon fan del cinema horror abbia visto e amato questo filmone, ma per tutti coloro che se lo sono perso dico RECUPERATELO, anche perchè di film così, ahimè, non se ne fanno più.

giovedì 6 febbraio 2014

RoboCop

Titolo Originale: ID
Regia: Josè Padilha
Sceneggiatura: Joshua Zetumer, Edward  Neumeier, Michael Miner
Produttori: Marc Abraham, Eric Newman
Interpreti: Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Samuel L. Jackson, Abbie Cornish, Jackie Earl Haley, Jay Baruchel
Anno: 2014
Nazionalità: USA
Durata 118 min. ca

Detroit, anno 2028, la città è nel caos a casua della criminaltà, sempre più dilagante. L'agente di polizia Alex Murphy è un valoroso e incorruttibile poliziotto che cerca come può di contrastare l'avanzare del crimine, ma un giorno resta gravemente ferito in un attentato, a quel punto degli scenziati senza scrupoli decidono di trasformare lo sventurato agente in un super poliziotto robot, il quale si dimostrerà un arma indistruttibile contro la criminalità.


Lo ammetto, ero molto scettico nei confronti di questo film, non perchè fosse un remake, non sono uno di quelli che li odia e li stronca a priori, ma perchè dal trailer sembrava una cagata pazzesca e invece con mia sorpresa questa rilettura, perchè di rilettura si tratta non è un remake, del mito del poliziotto robot si è dimostrata gradevole tuttosommato.
Sia chiaro l'originale sta diverse spanne sopra e così il sequel (tranquilli, questo remake è però meglio del 3), ma la pellicola del brasiliano Padilha se la cava egregiamente, soprattutto per il fatto che, come ho detto, non è un vero remake bensì appunto, una rilettura del personaggio, che in questo film è molto diverso da quello del 1987, anche la storia si distanzia molto dall'originale, i personaggi, concettualmente, insomma è proprio un altro film.
Anche qui vi è una critica alla società, all'imperialismo americano e ad alcuni aspetti della scienza, ma se nel vecchio film il tutto aveva una valenza politica, non dimentichiamoci che erano gli anni di Reagan, quì sembra che si voglia attaccare direttamente la sete di potere, la contiuna ricerca del successo e della fama, emblematica è la figura del viscido personaggio interpretato da un sempre ottimo Michael Keaton o anche il gustoso cameo di Samuel L. Jackson.
Anche la figura stessa di RoboCop è diversa perchè in questo film è molto più umano, ha molti più sentimenti ed emozioni, anche da robot cerca di relazionarsi, di mantenere un rapporto con la moglie, una bellissima e anche piuttosto brava Abbie Cornish e con il figlioletto, mentre nell'originale una volta diventato macchina, Alex è appunto una macchina in tutto e per tutto, priva di emozioni o se ci sono si manifestano di rado e non so se questo sia una pecca o un pregio per questa nuova versione, di certo è qualcosa di diverso e quindi non una copia carbone.
Ad ogni modo i difetti non mancano a cominciare dalla mancanza di una sana dose di violenza e cattiveria che invece caratterizzava i primi due capitoli della saga, basti già vedere la morte di Murphy che nell'originale era atroce, mentre quì fa quasi ridere e poi le movenze di RoboCop che questa volta corre, salta in stile novello Iron Man troppo pacchiano, preferisco il RoboCop classico, lento e dalle movenze puramente da macchina e infine, quì mancano dei veri cattivi, in questa pellicola sono veramente dei due di coppe e dal carisma uguale a zero, peccato, dei cattivoni tosti avrebbero giovato maggiormente alla buona riuscita del film.
In conclusione quindi consiglio di vedere questa pellicola con aspettative moderate e senza fare troppi paragoni con il modello originale, se terrete a mente questi consigli potreste uscire dalla sala abbastanza soddisfatti e divertiti, per me è stato così e a mio modesto parere questo nuovo RoboCop la sufficenza la prende senza dubbio.

martedì 4 febbraio 2014

Grizzly - L'orso che uccide

Titolo Originale: Grizzly
Regia: William Girdler
Sceneggiatura: David Sheldon, Harvey Flaxman
Produttori: Harvey Flaxman, David Sheldon
Interpreti: Christopher George, Andrew Prine, Richard Jaeckel, Joan McCall, Joe Dorsey
Anno: 1976
Nazionalità: USA
Durata: 91 min. ca

In un parco nazionale vengono ritrovati i corpi martoriati di alcuni campeggiatori; il capo dei ranger, Michael Kelly e il suo amico scienziato naturalista Arthur Scott, scoprono che il responsabile di quelle morti è un enorme e ferocissimo orso Grizzly. Kelly, a quel punto, cerca di convincere il cinico supervisore del parco a chiudere alcune aree di quest'ultimo e di iniziare la caccia all'animale, ma il supervisore, interessato solo al danaro dei turisti, ignora il problema e vieta la chiusura del parco, l'orso intanto contiuna a miete vittime così Kelly e altri cacciatori si mettono sulle sue tracce per cercare di abbaterlo.


Tra i tanti sottogeneri del cinema horror, uno di quelli che preferisco è il filone dei "beast movie" o "eco-vengenace", ossia quei film che vedono protagonisti animali di ogni tipo che d'un tratto si incazzano e iniziano a massacrare gli esseri umani.
Questo filone è nato grazie a quel capolavoro assoluto che è "Lo Squalo" il quale oltre ai suoi noti sequel ha dato il via a diverse altre pellicole che trattano il tema dell'animale assassino, una di queste è "Grizzly", un film che vidi da bimbetto e del quale me ne innamorai subito.
Va detto fin dall'inizio che il film in questione è un b-movie a tutti gli effetti, di certo non può minimamente eguagliare la magnificenza del lavoro fatto dal grande Spielberg, ma va detto che questa sanguinosa avventura dell'orso killer risulta essere uno di quei film che ti fanno divertire come un matto e che si possono considerare, nonostante le loro pecche, dei bei film.
Senza dubbio questo film presenta diverse analogie con quello di Spielberg: invece dell'oceano, qui abbiamo i verdi boschi e le montange rocciose che pululano di turisti, anche qui il protagonista è un coraggioso poliziotto e il suo amico è un esperto di orsi buffo, all'apparenza imbranato, ma che in realtà ha cervello da vendere, un po come l'Hooper di Dreyfuss, poi anche qui c'è l'avido e viscido speculatore interessato solo al danaro e incurante della sicurezza dei turisti e ovviamente riluttante all'idea di chiudere il parco, mentre di la non volevano chiudere le spiagge e poi c'e' lui, il bestione, che non è un gigantesco pesce dai denti aguzzi, ma un enorme mammifero dagli artigli affilati.
Nonostante tutte queste somiglianze, forse un poco forzate, la pellicola di Girdler ha diverse frecce al suo arco in primis vanta delle scene di violenza piuttosto estreme infatti non ci vengono risparmiati arti mozzati, teste strappate, sangue a fiumi e perfino un bambino che viene dilaniato assieme alla madre, anche ne "Lo Squalo" moriva un bambino, però effettivamente la scena seppur forte era rapida e giocava tutto sul vedo/non vedo, quì invece la scena è esplicita e cruda al massimo e per un film di quarant'anni fa non è poco.
I personaggi sono simpatici, anche se un tantinello stereotipati, ma gli attori se la cavano bene, i bravi e compianti George e Jaeckel fanno bene il loro lavoro, in gambissima anche Andrew Prine, rivisto recentemente e con piacere ne "Le streghe di Salem" nei panni del Reverendo Hawthorne, ma ovviamente chi spacca di più è il bestione, il gigantesco orso fa una paura fottuta quando è in scena con quel suo ruggito e quel suo sgurado finto pacioccoso tipico degli orsi, ma in realtà feroce e cattivissimo ed ogni volta che arriva alle spalle di qualche povero sventurato, quei due o tre salti sulla sedia te li fa fare.
Insomma, non siamo davanti ad un capolavoro, ma di certo siamo davanti ad un film che, a suo modo, è diventato nel tempo un piccolo cult, io ci sono affezionato e per anni ho conservato la vhs nella quale lo avevo registrato su rete 4 (che bei ricordi) e qualche anno fa, quando la Quadrifoglio lo ha fatto uscire in dvd l'ho preso al volo, consiglio a coloro che magari non lo hanno ancora visto, di recuperarlo, perchè con tutti i suoi difetti questo "orso che uccide" merita di essere visto.

sabato 1 febbraio 2014

The Wolf of Wall Street

Titolo Originale: ID
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Terence Winter tratta dal romanzo di Jordan Belfort
Produttori: Leonardo Di Caprio, Riza Aziz, Joey McFarland, Martin Scorsese, Emma Tillinger Koskoff
Interpreti: Leonardo Di Caprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler, Rob Reiner, Jon Bernthal
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 180 min. ca

Jordan Belfort è un viscido squalo della finanza che ogni giorno guadagna milioni di dollari con la sua società finanziaria di Wall Street truffando i clienti.
Tra festini estremi a base di sesso e droga, Jordan costruisce in breve tempo un vero e proprio impero miliardario, ma un giorno l'FBI inizia ad indagare su di lui e le cose, per il ricco broker, iniziano a complicarsi gravemente.
 
 
Credo che questo sia il film più folle, sboccato, scorretto e irriverente che abbia mai visto e la cosa che lascia di stucco è che non è frutto di fantasia, ma è, ahimè, una storia vera.
Se c'è una cosa che odio profondamente è l'alta finanza, in particolare Wall Street, ovvero il luogo maledetto che ha portato il mondo intero dov'è ora: sull'orlo del baratro a causa di questa porca crisi economica, quindi vedere un film che mette a nudo tutto lo schifo, lo squallore e il viscidume di questo "settore" non poteva non piacermi, aggiungiamoci anche che il tutto ci è fornito dall'ormai infallibile e straordinario duo Scorsese/Di Caprio, beh il gioco è fatto.
Ancora una volta, ma non c'è ne è bisogno, Scorsese dimostra di essere ancora oggi, uno dei più grandi registi in circolazione e, ancora una volta, ma non c'è ne è bisogno, Di Caprio dimostra di essere uno dei più grandi attori in circolazione; credo che questa sia la sua miglior interpretazione, cioè il suo personaggio top, per me, resta Calvin Candie, ma obbiettivamente, questo folle e schifoso broker cocainomane è la performance del Leo che più di tutte le altre, lascia dannatamente il segno, se l'academy non gli darà l'oscar manco sto giro andrò personalmente a Los Angelese a picchiare gli ottusi membri della giuria. Ma torniamo al film.
Mi fanno ridere le stupide critiche di coloro che hanno detto che la pellicola esalta la figura di Belfort, beh la esalta così tanto che se mai dovessi trovarmelo davanti gli spaccherei la testa a sprangate e credo che lo scopo sia di Scorsese che del Leo fosse proprio questo, ovvero far vedere al pubblico fino a che punto il denaro e la sete di potere possono trasformare un essere umano in un puro concentrato di merda, giuro che alcune scene mi hanno fatto salire il nervoso a mille, pensare che in giro ci sono davvero persone così schifose, ebeti e dementi e che queste stesse persone navighino nell'oro è una cosa che mi da la nausea, ma allo stesso tempo, non posso negare che vedere la loro idiozia e la loro follia mi ha fatto anche divertire parecchio, si perchè alcune scene sono davvero esilaranti, esilaranti e tragiche allo stesso tempo appunto, altre sono davvero di una cattiveria disturbante (su tutte quella del pesce rosso) e il Leo rende sia il personaggio che l'ambiente che lo circonda così irreale e sopra le righe che a fine visione si resta disorientati.
Favolosi anche gli attori di contorno, da un grande Jonah Hill, che abbandonate finalmente quelle commediacce di merda dimostra di essere un attore coi controattributi, da un rozzissimo, ma simpaticissimo Rob Reiner ad una gnocca, ma anche talentuosa Margot Robbie.
Ah menzione a parte per il ganzissimo cameo di un sempre più sbalorditivo Matthew McConaughey.
Sulla regia, beh, c'è poco da dire, magistrale come sempre, anche se questa volta è schizzata, folle e drogata come i personaggi del film, che dire, Scorsese lascia sempre a bocca aperta.
Non so se questo sia uno dei suoi film migliori, come si dice in rete, forse no, cioè per me, pur essendo un gran film non arriva ai livelli di pellicole come "Casinò", "Cape Fear", "Taxi Driver" o "Quei bravi ragazzi", ma è indubbio che ci troviamo comunque difronte ad un signor film, forse un po' troppo lungo, magari ecco a voler essere pignoli, poteva durare quei 20, 25 minuti in meno, ma questi sono solo piccoli dettagli.
Come ho detto, questo è un gran bel film, con un grande attore protagonista, un film che diverte e sconvolge allo stesso tempo, un film che, insomma, deve essere visto, ma soprattutto capito.